Essere un atleta ci rende studenti migliori?
Le abilità acquisite dal fare sport a livello agonistico, come la capacità di concentrarsi e di improvvisare, possono migliorare le performance accademiche? Equilibrare la carriera sportiva con la laurea non sempre è facile, ma tutte le ricerche effettuate suggeriscono che dal sapersi “giostrare” fra entrambe le attività si possa trarre beneficio sia nelle prestazioni accademiche che sportive. Una ricerca pubblicata da “The International Journal of History of Sport” lo scorso anno ha rilevato infatti come il concetto di Dual Career aumenti la motivazione sia nei confronti della formazione accademica che della preparazione, stimolando gli atleti intellettualmente e alleviando lo stress.
Secondo il professor Ian Henry, direttore del Centro per gli studi olimpici e la Ricerca all’università di Loughborough, avere un interesse importante come lo studio, oltre al proprio sport, aiuta gli atleti a “mettere in prospettiva la formazione e le prestazioni, permettendo loro di affrontare in modo più efficace le sfide dello sport, tra le quali anche sconfitte e infortuni “.
Le opportunità di continuare a fare sport a livello agonistico nell’università americane e europee sono molte, meno in quelle italiane, dove solo alcune università più illuminate, fra le quali spicca la LUISS, prima nel ranking delle università private in Italia, danno agli studenti atleti questa possibilità.
L’autodisciplina propria degli sportivi si presta bene al conseguimento dei risultati accademici, aiutando ad esempio a bandire la procrastinazione. Tutto ciò è valido ovviamente anche per chi pratica sport per passione, non solo a livello agonistico. oltre al miglioramento dell’umore, infatti, in chi pratica attività fisica si assiste spesso ad un netto miglioramento nello studio, convalidando il detto che ad un corpo sano corrisponda una mente sana!
La ricerca britannica ha inoltre evidenziato come il coinvolgimento nello sport universitario possa anche aumentare le prospettive di occupazione degli studenti. “Gli head hunter hanno affermato che gli studenti atleti corrispondono perfettamente ai profili che cercano, in particolare trovano in loro la capacità di bilanciare gli impegni accademici e gli altri impegni, migliorando il lavoro di gruppo e il processo decisionale”, afferma Alex Taylor, responsabile sportivo dell’Università di Birmingham.
Anche il coinvolgimento nel settore non fisico dello sport – dal volontariato al coaching – offre opportunità per sviluppare competenze di leadership, essendo skills importanti sul posto di lavoro e sempre più importanti in un mercato competitivo. I migliori studenti atleti sono anche versatili, hanno capacità di improvvisare quando le cose non vanno come pianificate. “Il coinvolgimento sportivo di alto livello è una sfida e la vita pone anche sfide inaspettate, dagli infortuni che non è possibile programmare fino alle problematiche che insorgono negli impegni di lavoro”, afferma ancora Taylor.
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