Filippo Tortu al Golden Gala di Roma: terzo con un 10”04!
Il mondo dello sport è pieno di atleti che pur non praticando discipline straordinariamente popolari, riescono ad attrarre un grande interesse da parte del pubblico, tanto da farne dei veri e propri idoli.
Questo è un fenomeno che viene definito “Tifo Olimpico”: si tratta di quella sensazione magica di tensione che ogni quadriennio fa diventare dei semplici appassionati di sport dei veri e propri tifosi di varie discipline di cui spesso non si conoscono le regole, e quasi mai si seguono gli appuntamenti stagionali. Ma grazie a questi atleti prodigio i semplici appassionati diventano dei veri e propri tifosi anche al di fuori dell’evento olimpico.
La Leva Calcistica del ’68 di Francesco de Gregori ha insegnato a intere generazioni che non è una sconfitta, un calcio di rigore sbagliato, ad impedire ad un ragazzo di diventare un campione. Ma è la costanza, la fiducia in sé stessi e della gente che un giorno faranno sì che “Il ragazzo si farà”.
Un esempio di questo processo è il nostro studente atleta LUISS Filippo Tortu, che nella serata del 31 maggio 2018 ha concluso al terzo posto la finale dei 100 m maschili con un 10”04 al Golden Gala 2018, intitolato a Pietro Mennea, tappa della Diamond League di Atletica Leggera, allo Stadio Olimpico di Roma. Un esempio di manifestazione che da sempre genera molta curiosità, ma che negli anni recenti non è mai riuscita a coinvolgere emotivamente più di tanto gli spettatori italiani. Questo senz’altro perché nel panorama dell’atletica leggera mancano, ormai proprio dai tempi di Mennea, dei diamanti con i quali brillare sulla scena internazionale. Specie sulla gara regina: la finale dei 100m maschili. L’evento che più di tutti alle Olimpiadi cattura l’interesse globale come pochi altri al mondo.
Questa edizione invece ha registrato un gran numero di spettatori, ma soprattutto ha riportato in auge quell’aria di speranza e di interesse ormai perso, che ha spinto tutti gli italiani presenti a sostenere il nostro Tortu con un gran boato. Lui stesso non ha fatto a meno di notarlo, dichiarando a caldo ai microfoni: “È bello sentire quella tensione, se non l’avvertissi smetterei. Il pubblico è una grossa spinta, sentire quel boato al mio nome mi ha caricato tantissimo, amo correre qui, è un grande stimolo”.
Il ragazzo sembra avere infatti tutte le carte in regola per essere la punta di diamante che l’atletica leggera italiana attende da ormai trent’anni. Con il recente 10’’03 sui 100 m a Savona ha già fatto intuire che il record italiano di 10”01, proprio di Mennea, di cui ormai è considerato suo erede naturale, non è più un miraggio.
In un epoca in cui la velocità è stata dominata da atleti di colore, i giamaicani su tutti, vedere un ragazzo italiano di soli 19 anni, competere su quei tempi rappresenta più di una speranza per tutto il movimento. E Tortu non solo corre veloce, ma corre anche bene: è elegante e leggero: rappresenta il prodotto di una nuova scuola e cultura dell’allenamento dell’atletica leggera, dove non conta più essere soltanto forti muscolarmente, ma bisogna essere anche la fluidi nella corsa.
E non è certamente un terzo posto (va considerato anche un vento a sfavore di 0.4 km/h) o quel centesimo in più rispetto all’ultima prova (10”04 contro 10”03 con vento a favore di 0.7 km/h) a far calare la fiducia in lui da parte di tutti gli appassionati. Rimane comunque di questa gara una rimonta incredibile, dopo una partenza non brillantissima Filippo ha rubato mezzo metro al primatista dei mondo dei 60 m Chris Coleman. E meno male che la gara era finita, altrimenti Filippo avrebbe ripreso anche Vicaut, giunto secondo (10”02) dietro a Baker (9.93).
Filippo stesso ha dichiarato a caldo ai microfoni: “La stagione è lunga e il clou sarà agli Europei di Berlino, quindi restiamo concentrati: è stata una serata fantastica, ma non ci sediamo” facendo intendere così che la chermes europea è il suo obiettivo primario della stagione in corso.
A differenza del ragazzo cantato da De Gregori, Filippo ha già le spalle larghe e non sente nemmeno il peso del paragone con Pietro Mennea: “Non è il primo pensiero quando mi sveglio – conclude Tortu – e nemmeno l’ultimo quando mi addormento. L’obiettivo è sempre quello del personale. Ovvio che ci avviciniamo alla barriera dei 10: la sento ancora lontana, ma non così tanto come lo era prima di Savona”.
Non resta che augurarci che quella barriera dei 10 secondi sia presto abbattuta. Ma è già bello oggi che dopo trentotto anni, si possa finalmente tornare a pensare al record di Mennea, ormai non più così lontano, grazie alle gesta di uno studente atleta LUISS.
(ph Fidal)