Il libro in una mano e la coppa nell’altra: Donato Telesca racconta la sua Dual Career
“Più dura è la lotta, più grande è il trionfo”. Un motto che vale per la vita, in generale, e che trova pieno compimento nello sport, che ne è metafora. Attraverso la competizione – con sé stessi prima che con gli altri – si impara ad annullare limiti e barriere. Si cresce, si migliora e si superano anche le avversità più complicate. Lo sa bene Donato Telesca, che ha perso le gambe a tre anni in un incidente domestico e che alla Coppa del Mondo di Pesistica Paralimpica ha vinto la medaglia d’oro juniores (stabilendo il nuovo record mondiale) e l’argento tra i senior.
Donato, le due medaglie di Eger ti hanno portato all’ottavo posto del ranking mondiale: che voto dai alla tua stagione?
La stagione è iniziata nel migliore dei modi, già con le gare di Dubai che hanno preceduto la tappa ungherese. Per cui il voto è alto, direi un 9 perché si può ancora migliorare.
Quando saranno i tuoi prossimi impegni?
A luglio ci saranno i Mondiali in Kazakistan, a settembre un test a Tokyo e, infine, una gara in Thailandia a novembre.
Tu segui il programma Dual Career, che permette di portare avanti carriera sportiva e percorso accademico contemporaneamente. Secondo te, studiare in un certo senso migliora anche le tue performance sportive?
Sicuramente mi sprona e mi motiva a fare bene. Per esempio, mi porta a essere determinato, a dare di più e ad acquisire una certa mentalità. Ci si abitua a puntare in alto. Viceversa, essere uno sportivo mi aiuta in termini di disciplina. Così come lo sport abitua a rispettare certe regole per l’alimentazione o l’allenamento, anche nello studio bisogna pianificare. Si può dire che le due carriere si completino perfettamente.
Cosa ne pensi del modello sportivo Luiss e che corso di laurea frequenti?
Credo che l’Ateneo faccia un ottimo lavoro con noi atleti. Nonostante io abbia meno tempo per studiare rispetto agli altri studenti, l’Università mi permette di colmare questo divario grazie al supporto dei tutor. Io frequento il primo anno di Economia e Management, ho trovato difficoltà in alcune materie ma ho ottenuto buoni risultati. Il mio obiettivo è quello di integrare le due carriere, perché un giorno mi piacerebbe lavorare in ambito manageriale. Miro ad acquisire delle competenze che possano aiutarmi in questo senso.
Quali sono, invece, le maggiori difficoltà che hai dovuto affrontare per conciliare la carriera universitaria e quella sportiva?
Il doppio impegno un po’ mi limita, non potendo sempre studiare al meglio. Io mi alleno una o due volte al giorno, con sessioni da circa due ore. Quindi, le difficoltà principali sono rappresentate dagli orari, oltre che dai viaggi che affronto per gareggiare in giro per il mondo. Ma, come dicevo prima, saper organizzare tutto questo mi rende più disciplinato.
Per finire, una domanda più personale: a parte lo studio e lo sport, a quali passioni dedichi il tuo tempo libero?
Una delle mie principali passioni è il calcio balilla: ho disputato campionati regionali e anche un campionato nazionale di Serie B. Poi, mi piace molto leggere, soprattutto saggi sulla finanza e sulla psicologia. Sono appassionato anche di motori, mentre guardo poca tv.
Facciamo un grande in bocca al lupo al nostro Top Athlete, oltre che tanti complimenti per le due carriere portate avanti brillantemente.