Dal suonarle agli avversari, a suonare il pianoforte: Guido Vianello apre #ASLuissFreeTime
Quando un pugile scalda le mani, di solito lo fa per prepararsi a salire sul ring. Da suonarle agli avversari a suonare il pianoforte, per qualcuno però il passo è breve. È il caso di Guido Vianello, boxeur con all’attivo 7 vittorie per k.o. e un pareggio in 8 match da professionista. Il nostro Top Athlete, iscritto al terzo anno di Scienze Politiche, è il primo protagonista di #ASLuissFreeTime, la rubrica dedicata agli hobby degli studenti-atleti Luiss. Mentre la sua nipotina si divertiva a schiacciare i tasti in sottofondo, “The Gladiator” ci ha raccontato la passione per il pianoforte e il piacere di conciliare uno sport duro come la boxe a uno strumento così elegante.
Guido, com’è nata la tua passione per il pianoforte?
Io viaggio molto e il pianoforte è uno strumento che si incontra spesso quando si viaggia, in aeroporto o negli hotel. L’ho sempre guardato con interesse, perché mi ha trasmetteva tanta energia. Purtroppo, in passato non ho mai potuto imparare a suonarlo. Quest’anno ho avuto più tempo a disposizione e ne ho approfittato.
Hai iniziato a suonare negli States o in Italia?
Ho preso le prime lezioni negli Stati Uniti, ma il metodo di insegnamento americano non mi piaceva per niente: spezzano le note in cinque, usano le lettere… Fanno tutto a pezzi e in disordine, mi creava solo confusione. Così, una volta rimesso piede a Roma, ho ricominciato da capo con il maestro Andrea Beneventano, un grande jazzista. Quando torno in Italia, prendo lezioni da lui, poi all’estero proseguo da autodidatta, grazie ai libri.
Hai avuto qualche ispirazione, una persona che ti ha spinto a prendere lezioni?
No, non c’è nessuno in particolare che mi abbia indotto a suonare. Solo la curiosità e la voglia di imparare. È una passione molto personale: scarico lo spartito, lo traduco e inizio a suonare da solo.
E qual è l’aspetto che ti piace di più di questa nuova passione?
Il miglioramento quotidiano: giorno dopo giorno, con la pratica mi riesce qualcosa in più. Dopo un mese, viene fuori la prima canzone. Attraverso la pratica e lo studio, riesco a suonare una melodia che inizialmente mi sembrava impossibile. È bellissimo.
Quanto tempo dedichi al piano? Suoni prima o dopo dei match?
Durante le settimane che precedono le sfide, suono quasi tutti i giorni, per qualche ora. Poi, quando mi sposto in hotel prima del match, non posso più farlo perché non ho il piano a disposizione. Appena torno a casa, però, riprendo subito.
Ti rilassa suonare?
Mi aiuta a tenere la mente impegnata: la vita di un atleta è molto particolare, quando non siamo in palestra dobbiamo fare altro. Nel centro sportivo dove mi alleno, ho il mio piano e la sera posso mettermi a suonare lì, continuando ad allenare altre parti del corpo.
È anche uno forzo notevole, vero?
È una bella fatica: gli avambracci e le mani mi bruciano tantissimo. Bisogna muoverle spesso verso direzioni opposte, quindi serve tanta coordinazione. Grazie al pianoforte, sviluppo nuove abilità.
Un artista che ti piace suonare particolarmente?
Senza dubbio, Ludovico Einaudi: mi piace moltissimo!
Ok, allora svela un tuo trucchetto e sfida i nostri lettori a suonare una sua canzone!
Note di punta della mano destra di “Nuvole bianche”: si la la la, si la la la, re do do do, re do do. Per suonarle bene, tenete le mani molto rilassate. Se toccate i tasti in maniera rigida, viene fuori un rumore che non combacia con la melodia. Bisogna toccarli con leggerezza e lasciare andare le mani.
Ringraziamo Guido Vianello per averci raccontato la sua insospettabile passione per il pianoforte. Se siete capaci di suonare l’intro di “Nuvole bianche” meglio di lui, fatecelo vedere taggando @sportluiss nelle vostre Instagram stories e utilizzando l’hashtag #ASLuissFreeTime. Tenete a mente i suoi consigli, però: occhio alle mani!