Claudia Genna e il canestro più bello: la laureanda in Corporate Finance che ama il basket
Ha appena segnato il suo primo canestro in campionato e ha festeggiato con grande esultanza: per lei è stato il coronamento di tanti anni di impegno, tenacia e fiducia nelle sue possibilità.
Giocando contro il Talea è arrivato finalmente il tuo primo canestro: puoi raccontarci com’è andata? Cosa ha significato per te?
È stata un’emozione unica, non tanto per il canestro in sé per sé, ma perché è stato rappresentativo di tutti gli sforzi di questi quattro anni in cui ho cominciato a giocare a basket. Per me è stato il coronamento di un percorso: l’allenatore non mi ha fatto giocare più di tanto perché a livello tecnico non potevo dare quel di più alla squadra, e invece, in una partita particolare, è accaduto. Ha avuto ancora più significato perché ci ho sempre creduto, anche se non entravo mai in partita ho continuato ad allenarmi senza demoralizzarmi mai.
Come mai una ragazza universitaria sceglie di intraprendere il basket agonistico? Come è cominciato tutto?
È iniziato tutto per caso, come poi del resto accadono sempre le cose più belle. Sono una ragazza fuori sede e il primo anno ho vissuto con l’entusiasmo di vivere in una nuova città, di conoscere nuove persone, ma il secondo anno della triennale si era creata una monotonia tra studio, casa, università: sentivo che stavo perdendo entusiasmo e sentivo che stavo perdendo anche delle possibilità. Volevo mettermi alla prova!
Come ripeto sempre alle mie compagne di squadra, questa è stata “la follia più grande della mia vita”, perché intraprendere una carriera agonistica a 19/20 anni quando non hai mai praticato quello sport, è abbastanza inusuale.
Come sono cambiate le tue giornate da quando studi e ti alleni? Cosa è venuto meno e cosa ci hai guadagnato?
Il basket mi ha aiutato tantissimo: mi ha dato il valore del tempo aiutandomi ad organizzare la giornata. Soprattutto in sessione puoi stare davanti al libro tutto il giorno, ma in realtà di ore proficue di studio ne conti al massimo due. Quando invece hai i tempi scanditi da allenamenti e partite, devi saperti gestire. Sai che devi scendere in campo in un preciso orario, hai a disposizione solo quelle determinate ore per studiare e devi impegnarti al massimo.
L’altra cosa che ho guadagnato è una nuova famiglia: quando ti trovi bene con le compagne di squadra è la cosa più bella che ti possa succedere, perché ti senti a tuo agio sia in campo che fuori. Non è venuto meno nulla: per quanto mi riguarda ci ho solo guadagnato.
Che obiettivi ha Claudia per il prossimo futuro?
Sicuramente la laurea magistrale. Sono al semestre bianco e agli sgoccioli della carriera universitaria. Sto iniziando a guardarmi attorno nel mondo lavorativo e non ti nego che vorrei cercare anche un impiego che possa conciliare le mie due passioni: la finanza e lo sport. Poter coniugare queste due passioni sarebbe il top per me.
Consigli utili per chi, come te, desidera intraprendere il percorso della dual career.
La prima cosa che mi sento di dire: mai pensare di non essere adatti a qualcosa. Anche se le cose non le conosci, poi le impari direttamente sul campo. L’importante è mettersi in gioco sempre, superare la propria comfort zone e i propri limiti, sperimentando cose nuove che magari nemmeno pensiamo possano essere adatte a noi. Altra cosa è impegnarsi comunque al massimo, perché poi le soddisfazioni in qualche modo arrivano: anche magari piccoli successi che agli occhi degli altri sono cose normali, come il canestro che ho realizzato. Infine bisogna avere tenacia e metterci il cuore, perché vuol dire che stai facendo la cosa giusta. Perciò tenacia, cuore e una giusta mentalità, che non guasta mai.