Canottaggio, medaglia di bronzo al valore atletico per la nostra studentessa Ludovica Serafini

  • 30 gennaio 2018

Un curriculum sportivo che parla da solo: nel 2016, l’oro ai Mondiali universitari di Poznan e l’argento ai Mondiali Under 23 entrambi nel due senza in barca con Carmela Pappalardo. Tre anni prima, l’argento mondiale nel quattro senza Junior sempre con Carmela Pappalardo, oltre a Giulia Campioni ed Elena Waiglein. E la scorsa settimana, per Ludovica Serafini, studendessa di Scienze Politiche, è arrivata la grande soddisfazione di ricevere la medaglia di bronzo al valore atletico del Coni nel corso della cerimonia di consegna delle onorificenze 2016 per la provincia di Roma tenuta nella sala conferenze dello Stadio Olimpico.

Ludovica Serafini ci ha spiegato quali sono le sue aspettative in ambito accademico, a fronte di una vita sportiva all’insegna dell’eccellenza: “Con la borsa di studio ottenuta dalla LUISS ho la possibilità di centrare due obiettivi: quello di eccellere nel mio sport e  allo stesso tempo quello di potermi creare le basi per una carriera dopo lo sport. La vita di uno sportivo di alto livello è molto dura, richiede un impegno fisico e mentale al 100% e per questo motivo la maggior parte di noi, non riuscendo a mantenere anche l’impegno accademico, decide di terminare i propri studi dopo il liceo, sperando di avere la possibilità di entrare in un corpo militare per poter continuare la carriera sportiva in una sorta di tranquillità economica.
Questa borsa di studio mi sta dando l’occasione di poter scegliere la mia vita, di potermi realizzare. Penso che quando una persona sente che sta trovando la propria strada, come sta succedendo a me, sente anche di essere motivato al massimo, di avere delle energie innate, e quando arriveranno i momenti difficili perché sarò sotto gara piuttosto che sotto esame, sarò pronta a dare il massimo. Avere un altro scopo al di fuori dello sport mi aiuta ad avere una vita moto organizzata, molto piena, un po’ frenetica e a volte devo fare delle rinunce, non voglio chiamarli sacrifici, perché sono io che scelgo.
Come nello sport, dove so che se faccio bene il mio allenamento, sempre al meglio delle mie possibilità, in gara posso raggiungere il mio obiettivo, so che se faccio il mio dovere di studentessa riuscirò a raggiungere anche quello accademico; è tutta una questione mentale, è la testa che fa la differenza”.