Sponsor tecnici: l’abito che fa lo sportivo

  • 20 luglio 2018

Nello sport di oggi, sempre più tecnologico e sviluppato, tra la vittoria e la sconfitta, tra un tempo vincente e un tempo record spesso ballano pochi punti, centimetri, secondi, centesimi o addirittura millesimi. E visto che ormai si è in un contesto in cui le tecniche di allenamento hanno raggiunto i valori massimali grazie agli studi di biomeccanica e al progresso scientifico, nessuna delle componenti può essere lasciata a caso, tanto meno il materiale tecnico: maglie, pantaloncini, tute, scarpe, scarpette, costumi e quant’altro.

Tutte le case di abbigliamento sportive, dalle più ricche alle meno, dagli anni ’90 ad oggi hanno investito in un aggiornamento tecnico con il quale hanno compiuto un notevole salto di qualità.
Soprattutto negli sport di velocità come il nuoto, l’atletica leggera, lo sci, il ciclismo e il canottaggio, indossare il kit giusto può far avere degli enormi vantaggi.

Oggi sarebbe impensabile avere una squadra sportiva e non metterle a disposizione un adeguato materiale tecnico, in quanto quest’ultimo garantisce un maggior confort personale, permettendo così di eseguire al meglio i movimenti e di migliorare la performance generale. Ad esempio, si pensi ai nuovi materiali del nuoto garantiscono un peso diverso all’atleta e di conseguenza cambia la resistenza all’acqua, ai body sempre più attillati dei ginnasti e dei velocisti che determinano una migliore elasticità e aerodinamicità.

Non è solamente un caso infatti che negli ultimi anni si sono visti crollare numerosi record mondiali e olimpici che resistevano da tempo.

A tal proposito il caso più assurdo che a molti sarà venuto in mente leggendo le prime righe di questo articolo è stato quello dei costumi del nuoto, i cosiddetti “superbody” (fatti di poliuretano, neoprone, etc.), attualmente banditi dal circuito sportivo, ma con i quali furono abbattuti quasi tutti i record a cavallo tra il 2008 e il 2009 (poi successivamente sono stati cancellati quelli sulle brevi distanze).
Per fortuna ad ogni modo, anche i record che non sono stati cancellati, sono stati battuti negli anni successivi a testimonianza di un sempre valido, continuo e imprescindibile sviluppo tecnico.

In questo discorso, non si può non citare il mitico Jessy Owens che nel 1936 fece breccia sulla terra dell’Olympiastadion di Berlino, davanti ad Hitler, grazie alle sue nuove scarpette fatte apposta per lui da Adi Dassler. Una calzatura che aveva pochissimo tacco, mentre l’avampiede era notevolmente rialzato, con sei lunghi chiodi, ma soprattutto aveva sopra disegnate le famose tre strisce tipiche del marchio che oggi è Adidas e che all’epoca fecero di Owens il primo atleta africano sponsorizzato della storia.

Il passato dunque è ricco di aneddoti e vicende come questa che hanno cambiato il corso degli eventi. Per far sì che oggi come domani ci siano nuovi record  e nuove vittorie è importante che lo sviluppo tecnico del materiale vada di pari passo a quello sportivo dell’atleta.

Inoltre lo sviluppo dei materiali tecnici è necessario oltre che per un discorso di competitività, anche per la sicurezza clinica di chi fa sport, atleti e non: utilizzare la giusta scarpa da corsa è importante per un olimpionico come per un impiegato che va a fare jogging la domenica, perché solo così si prevengono problemi associati alla corsa come postura, sciatica e mal di schiena. Oppure, se si corre in una giornata particolarmente calda, indossare una t-shirt in materiale sintetico traforato per non far assorbire il sudore sarà sicuramente più indicato rispetto a usare una semplice maglia di cotone, poiché questa rallenterebbe l’evaporazione del sudore e così il processo di raffreddamento della temperatura corporea.