Consigli per la linea, il Luiss Sport Lab e l’Inter del Fenomeno: la parola a Stefano D’Ottavio

  • 21 dicembre 2020

Ex di Inter e Nazionale, Stefano D’Ottavio è uno dei preparatori atletici più stimati nel mondo del calcio. Da Ronaldo a Pirlo, sono tanti i campioni che ha seguito durante la sua carriera, un percorso che nel 2000 l’ha visto salire sul tetto d’Europa con l’Italia U21. Oggi, invece, lavora per l’AS Roma femminile ed è il Direttore Scientifico del Luiss Sport Lab. L’abbiamo intervistato per ricevere dei consigli su allenamenti e alimentazione da seguire durante le festività, approfittandone per farci raccontare gli obiettivi del Lab e degli aneddoti sulle sue esperienze con i top player allenati.

Professore, ai nostri studenti-atleti in che modo consiglia di tenersi in forma durante le festività natalizie?

Per mantenersi in forma occorre limitare l’apporto nutrizionale, soprattutto quello di alimenti grassi e alcol.  Bisogna anche tenere alta la fitness, sia in senso muscolare che in senso aerobico. So bene che durante le festività è complicato, però è opportuno fare entrambe le cose.

Ci sono degli esercizi o degli allenamenti che suggerisce particolarmente?

Io consiglio di combinare esercizi aerobici e di forza. Tra i primi, rientrano il nuoto e la corsa, che permettono di attivare il metabolismo e aumentare la capacità cardiorespiratoria. Andrebbero svolte sessioni di almeno 30-40 minuti, due o tre volte a settimana. Basta un’intensità non elevata, da modulare in base all’autonomia personale. In alternativa, si può anche camminare, ma è una pratica più indicata per gli adulti. Per quanto riguarda gli esercizi di forza, consiglio l’utilizzo di attrezzi semplici, come elastici o manubri. Si possono comodamente usare in casa o in un parco. Allenarsi un paio di volte a settimana giova al busto, al tronco e agli arti. Per perdere qualche chilo di grasso, però, il lavoro deve essere costante, magari aumentando la durata delle sessioni. L’ideale sarebbe riuscire a fare due volte a settimana un allenamento aerobico e due volte esercizi di forza.

Per quanto riguarda l’alimentazione, quali sono gli errori da evitare?

Bisogna limitare i grassi derivati da insaccati, i dolci troppo elaborati e il consumo di alcolici. Nella dieta devono prevalere carni bianche e verdure, cercando di non esagerare con i carboidrati.

Ci parli del Luiss Sport Lab: come è nato e quali sono i suoi obiettivi?

Il Luiss Sport Lab è nato per dare un servizio agli studenti-atleti AS Luiss delle varie discipline. L’obiettivo era fornire agli allenatori numeri sui quali basarsi per programmare l’allenamento delle squadre. Il Lab, infatti, permette loro di valutare, attraverso dei dati di riferimento, se l’allenamento sta portando gli effetti sperati, a livello individuale e di team. Abbiamo tecnologie all’avanguardia e stiamo sviluppando algoritmi dedicati. È nato con questa idea, poi abbiamo iniziato a pensare che potevamo aprire un ambito di ricerca, avendo molti atleti a disposizione e un’ottima organizzazione con tanti consulenti, e che ci si potesse aprire al mondo esterno. L’abbiamo fatto col programma Welfare, dedicato alle aziende che vogliono sottoscrivere un accordo per ricevere analisi dal punto di vista cardiovascolare, delle reattività cognitive, della fitness aerobica.  

In che modo, secondo lei, l’utilizzo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale può aiutare gli sportivi a migliorare le proprie performance?

Disporre di misuratori precisi ci permette di identificare le qualità utili a determinate discipline, perché a ogni sport corrispondono esigenze diverse. Una volta individuato il modello di prestazione, valutiamo il carico esterno – legato alla fisica e alla meccanica – ovvero la quantità del lavoro svolto (es. metri percorsi, velocità, accelerazione e decelerazione). Attraverso l’uso di accelerometri e Gps, capiamo che costo ha la prestazione sul piano meccanico-cinematico. Poi abbiamo misuratori per il carico interno, relativo a quanto l’organismo produce in termini di costi fisiologici. Lo rileviamo attraverso la misurazione della frequenza cardiaca e del dosaggio dell’acido lattico. Grazie a questi fattori, possiamo sviluppare delle idee sull’allenamento da programmare. Per l’Intelligenza Artificiale abbiamo un accordo con Oracle, stiamo raccogliendo molti dati. Purtroppo, l’emergenza sanitaria ci ha limitato. Stiamo lavorando a questo progetto per creare indicatori che diano la sommatoria degli interventi che l’atleta effettua durante la prestazione.

La profilazione del Lab può apportare benessere psicofisico anche ai non atleti?

Ci sono evidenze scientifiche certe che una persona che sta bene dal punto di vista fisico, soprattutto sul piano della fitness aerobica, quindi della capacità di produrre un lavoro di resistenza, sta bene anche a livello di umore, serenità psicologica e voglia di lavorare. Varie ricerche dimostrano che c’è un abbinamento altissimo: all’aumentare del grado di fitness, diminuisce l’assenteismo e migliora la produttività. Il lavoro di resistenza, infatti, produce endorfine e queste generano euforia: quando una persona è in forma, è molto più attiva sul piano sociale, anche sul posto di lavoro. 

Lei vive da sempre nel mondo del calcio, è stato preparatore atletico di Ronaldo all’Inter e dell’Italia U21 campione d’Europa nel 2000, oggi è il Responsabile della performance del settore femminile della AS Roma: ci racconta qualche aneddoto legato ai calciatori con cui ha lavorato?

Un calciatore che ai tempi dell’Inter mi ha colpito per la sua etica lavorativa è stato Clarence Seedorf: una macchina da guerra, molto attento al suo fisico. Già allora utilizzavo tecnologie avanzate e lui veniva a farmi domande anche fuori dall’orario di allenamento. Una persona gradevole, colta e disponibile. Voleva conoscere e capire tutto quello che gli veniva proposto. Un altro atleta modello di quell’Inter era Christian Vieri: anche se noto come uno che faceva nottate, passava almeno sei ore al campo d’allenamento tutti i giorni. Faceva terapie, faceva prevenzione prima dell’allenamento e dopo rimaneva anche più degli altri a seguire le procedure di recovery. Tra gli italiani che ho seguito, anche Ambrosini e Zambrotta erano molto attenti e professionali.

Ringraziamo il Professore Stefano D’Ottavio per la disponibilità, per i consigli e per i tanti spunti forniti durante l’intervista.