Basket Serie B, Infante suona la carica: “Siamo tra le squadre più forti del campionato”

  • 23 dicembre 2020

Ventiquattro sono i secondi consentiti per un possesso offensivo nel basket. Ventiquattro sono anche le ore che compongono le nostre giornate. Qualcuno, però, fa eccezione, altrimenti non si spiega la quantità di impegni onorati da Francesco Infante. Già Dottore in Relazioni Internazionali e con la testa piena di progetti per il futuro, Francesco è uno dei leader di Basket Serie B. Quella da poco iniziata è la sua terza stagione in squadra, permanenza che fa di lui il secondo cestista più longevo del team. Tra un assist e una schiacciata, frequenta il Master in Project Management for Development Cooperation alla Luiss Business School e dirige Sports Around The World, onlus che opera in Africa. I suoi segreti sono energia, organizzazione e altruismo, tenuti insieme da una sana dose di utopia.

Francesco, un commento su questo inizio di campionato?

Un po’ travagliato, tra rinvii e problemi legati all’emergenza sanitaria. Siamo stati costretti a uno stop, ma siamo partiti alla grande, dimostrando di essere una squadra forte. Ho sensazioni positive, finora abbiamo sbagliato una sola partita, contro Avellino in casa. È stato un risultato che ci ha fatto bene, una lezione più che una sconfitta. Meglio perdere ora e affrontare le problematiche con serenità.

Quali sono gli obiettivi stagionali della squadra?

Non serve nascondersi: l’obiettivo è arrivare nei primi posti. Secondo me, siamo il secondo roster, dopo Rieti, però in questa stagione la fortuna avrà un peso notevole. Nelle ultime tre giornate, abbiamo le sfide più difficili, di cui due in casa e una fuori. Se ci arriviamo carichi e al completo, faremo molto bene. Viceversa, se avremo defezioni, potremmo correre dei rischi.

Quali sono le vostre caratteristiche e che valore aggiunto vi hanno portato i nuovi innesti?

La nostra peculiarità è l’intensità: non mancano mai corsa, rimbalzi e tiri. A mio parere, questa squadra è la più forte del mio triennio in Luiss. Anche perché i nuovi innesti ci hanno portato le conclusioni dall’arco che ci sono sempre mancate. Quest’anno riusciamo a sommare all’asse play-pivot, composto da me e Pasqualin, due esterni che sono dei tiratori affidabilissimi. Chi prepara la partita contro di noi deve considerare questa varietà di opzioni.

 

Infante

Cosa differenzia, secondo te, l’AS Luiss dalle altre squadre?

Il nostro spogliatoio è unico nel suo genere: non ci sono gerarchie, siamo tutti allo stesso livello e remiamo in una direzione, perché convinti della validità del progetto Luiss. Nel professionismo, spesso la compensazione economica crea disparità, perché l’obiettivo è fare bene ma anche guadagnare di più l’anno successivo. Noi, invece, siamo tutti studenti: puntiamo solo a laurearci e a giocare al meglio possibile.

C’è qualche aspetto che vi unisce ulteriormente?

L’ambiente è molto sereno nella gestione. Noi, oltre a essere atleti, siamo studenti e questo ci garantisce maggiore flessibilità da parte dello staff tecnico. Spesso ci alleniamo dopo aver passato dieci ore sui libri e in quel momento un comune sprone del coach ha un impatto negativo a livello mentale. Lo staff sa quando ci sono gli esami e c’è un accordo non scritto tra loro, che magari durante la settimana ci risparmiano qualche rimprovero, e noi, che comunque assicuriamo il massimo impegno il giorno della partita. Questo per l’ambiente è fondamentale.

A tal proposito, quanto è difficile coniugare sport e studio ad alti livelli?

Sarò sincero, il modello AS Luiss non è per tutti: serve moltissima organizzazione. Sono due carriere di alto livello e per portarle avanti si deve rimanere concentrati per 14, magari anche 16, ore al giorno.

Lontano dallo studio e dal parquet, quali sono i tuoi hobby?

Ho letto tutti i libri di Terzani, mi piacciono molto i film di Almodovar, Nolan, Scorsese e quelli tratti da storie vere. Però, dedico la maggior parte del mio tempo libero a Sports Around The World, onlus di cui sono Managing Director. Ci occupiamo di sviluppo di progetti sportivi in Swaziland, Camerun, Tanzania, Ruanda, Congo e presto anche Madagascar. L’associazione ha costruito venti strutture in Africa, lavorando principalmente in zone rurali. Abbiamo realizzato un orfanotrofio per bambini disabili in Camerun, stiamo costruendo una Sports City in Ruanda e un campo polisportivo in Congo, di fianco all’ospedale di Denis Mukwege, premio Nobel per la Pace 2018, che ha sostenuto il progetto attraverso un video. Realizzeremo anche un dormitorio in una scuola dove abbiamo costruito impianti sportivi, permettendo a 180 studenti di non dover più camminare 20 km per recarsi lì. Purtroppo, la pandemia ci ha rallentato, ma abbiamo tanti progetti.

Infante

Ringraziamo Francesco Infante per la disponibilità e per la bella chiacchierata. Gli facciamo un grande in bocca al lupo per la sua Dual Career e per i progetti dell’associazione che dirige.