Dai due remi alle due ruote, sognando la Route 66: Vincenzo Abbagnale per #ASLuissFreeTime
L’amore per i due remi per Vincenzo Abbagnale è un affare di famiglia. Il nostro Top Athlete è, infatti, figlio e nipote d’arte: suo padre e suo zio sono la coppia più nota della storia del canottaggio italiano. A questa passione, però, se ne uniscono tante altre e la principale sono i motori. Dai due remi alle due ruote, quindi, sognando la Route 66. Anche se in sella il suo luogo del cuore rimane la Costiera Amalfitana, perché il primo amore non si scorda mai. Ce l’ha raccontato lui, quarto protagonista di #ASLuissFreeTime.
Enzo, come ti sei avvicinato a questa passione?
Ho cominciato a guidare lo scooter molto presto, per esigenze sportive. Allenandomi al mattino prima della scuola già a 14 anni, ho preso la patente presto per evitare ai miei genitori di doversi alzare alle 5. Così è nata la passione per le due ruote, poi a 18 anni ho potuto guidare qualche moto di cilindrata più grossa.
Quali sono le tue preferite?
Ne ho avute diverse, ma sempre moto scarenate. Le naked, infatti, sono quelle che preferisco: il giusto compromesso tra una moto sportiva e una moto da strada. Sono maneggevoli e adatte sia alla città che a percorsi esterni. Quindi, perfette per me che, avendo una carriera sportiva, non posso essere troppo spericolato.
C’è qualche figura del mondo dei motori che ti ha ispirato?
Non particolarmente, perché non sono mai stato un grande appassionato di motociclismo. Non guardo molto la MotoGp o la Formula 1. Mi piace andare in moto per tanti altri motivi.
Per esempio?
Mi aiuta a scaricarmi e a staccare la spina. Faccio dei bellissimi giri in Costiera Amalfitana, la mia terra natia. Ho fatto anche qualche viaggetto in Italia, però con tragitti di massimo 300-400 km, ad esempio per raggiungere l’Umbria o Sabaudia.
Ti piacerebbe fare un viaggio più lungo?
Molto, il mio sogno nel cassetto sono gli States: la Route 66 o un viaggio dall’East alla West Coast.
Come leghi questa passione agli impegni sportivi e accademici?
Sento spesso il bisogno di rilassarmi in sella alle due ruote. La mia moto mi manca moltissimo quando sono lontano, me la porterei volentieri anche in ritiro, ma è un po’ scomodo. Ogni volta che torno giù, la prendo per fare un giretto, in qualsiasi periodo dell’anno. Ovviamente nei periodi estivi è più semplice, mentre d’inverno le strade sono fredde o bagnate e, quindi, più pericolose.
Qual è il luogo in cui preferisci andare?
La Costiera, sempre. Anche se ci sono andato tantissime volte, passare davanti a Positano o Amalfi non ha prezzo.
Svela un trucchetto ai nostri lettori: qual è il modo migliore per affrontare una curva?
Con entrambe le mani sul manubrio. Scherzi a parte, contrariamente a quanto si pensa, la moto si guida con le gambe. Le braccia ci mantengono in assetto e le mani utilizzano i comandi, ma è la parte inferiore del corpo a fare la differenza. Tutto parte dalla posizione dei piedi, poi le gambe danno la direzione alla moto. Non è un caso che i piloti professionisti si allenino spesso utilizzando la bicicletta.
Ringraziamo Enzo Abbagnale per la chiacchierata. Se affrontate le curve padroneggiando la moto grazie alle vostre gambe, fatecelo vedere taggato @sportluiss nelle vostre Instagram Stories e utilizzando l’hashtag #ASLuissFreeTime.