Donne, atlete e professioniste: svolta nello sport femminile, ne parliamo con Eloisa Coiro

  • 8 marzo 2021

Quest’anno c’è un motivo in più per celebrare l’8 marzo, Festa delle Donne. Il motivo riguarda un cambiamento epocale nello sport femminile. Un emendamento inserito nella legge di bilancio dalla Commissione Bilancio del Senato ha, infatti, riconosciuto la possibilità per le atlete donne di diventare professioniste anche sul fronte contrattuale. 

Ciò comporterà finalmente un’equiparazione ai colleghi uomini e il riconoscimento delle tutele e garanzie rispetto alle prestazioni lavorative sportive, così come previsto nella legge 91 del 1981 per il professionismo sportivo maschile. Quest’ultima norma, tuttavia, non specifica quali siano i rapporti di lavoro sportivo professionistico, demandando tale aspetto al sistema sportivo. Sono, perciò, le singole Federazioni a indicare quali atleti sono professionisti e hanno diritto alle tutele e garanzie previste per legge.

Anche per le atlete donne la “partita” si giocherà proprio sul campo delle Federazioni. In Italia sono solo cinque quelle che prevedono il professionismo: calcio, basket, ciclismo, golf e pugilato. Solo quella del golf prevede il professionismo femminile. Saranno loro a dover compiere ora il vero cambiamento, conferendo al lavoro atletico il riconoscimento dovuto. 

Di questo e altri temi abbiamo parlato con Eloisa Coiro, Top Athlete che agli Europei di atletica ha recentemente stabilito il record italiano nella 4×400 femminile.

Partiamo subito con un commento su questo fantastico risultato, ottenuto per di più in un momento così particolare. Come ti sei allenata per prepararti alla gara? Quali difficoltà in più hai dovuto affrontare?

Sono contentissima del risultato ottenuto a questi Campionati Europei. È stata una trasferta molto complicata: ci siamo ritrovati tutti in una bolla, con tanti tamponi e controlli da fare, ma la squadra è stata molto più unita. Questo ci ha indotto a essere più ottimisti e solidali tra di noi. Mi sono allenata in modo costante: ho ripreso da settembre, dopo un infortunio estivo, perciò sono partita in salita. Grazie al supporto del mio allenatore Emilio De Bonis, del mio mental coach Lorenzo Marconi, del gruppo sportivo le Fiamme Azzurre e della famiglia, sono riuscita a  tornare in pista con ottimi risultati, ottenendo la convocazione. Le difficoltà ci sono sempre nella carriera di un atleta ma l’importante è rialzarsi più forti e determinati di prima.

Atleta affermata e studentessa modello: nel settore sportivo e in quello accademico, a tuo avviso, ci sono ancora barriere da superare per le donne?

L’atletica è uno sport meritocratico ed è uno degli aspetti che apprezzo di più. Non è soggetto a interpretazioni, i numeri parlano chiaro. Nell’atletica, dunque, non ci sono barriere, perché quando si è in pista siamo tutti uguali. Nel settore sportivo e istituzionale più in generale, le donne si stanno affermando sempre di più, con ruoli di spicco. Basti pensare a Kamala Harris, alle ministre del governo Draghi o alla nuova rettrice de La Sapienza. È ovvio che c’è ancora da lavorare, ma la mia generazione sta cavalcando un importante cambiamento. I miei coetanei sono più sensibili a questo tema, rispettando le donne e considerandole alla pari. Vorrei arrivare a un futuro nel quale non si guarda più al genere, ma solo alla professionalità dei ruoli ricoperti. Abbiamo avviato un bellissimo cammino contro la discriminazione. 

La recente riforma dello sport avrà l’obiettivo di garantire le pari opportunità in ambito sportivo. Cosa ne pensi? 

Si tratta di un bellissimo traguardo: è un’altra barriera che abbiamo finalmente abbattuto e che non mi capacitavo persistesse. Per quanto mi riguarda, mi definisco una professionista, che fa parte del gruppo sportivo delle fiamme azzurre. Mi alleno ogni giorno come i colleghi uomini e come anche tante altre ragazze, che si impegnano nello sport e negli studi, eccellendo sui due fronti. Anche a livello giuridico siamo uguali ed è un segnale di cambiamento di mentalità: uomini e donne sono sullo stesso piano, impegnati allo stesso modo per i medesimi obiettivi.

Se potessi parlare con la Eloisa alla sua prima competizione, che consiglio le daresti?

Le direi di continuare a stare serena, perché il futuro è bello e non deve preoccuparsene. Deve godersi il presente e vivere pienamente tutte le emozioni indimenticabili che lo sport saprà darle. Le direi di conservare l’ingenuità da ragazzina e di continuare a divertirsi. Ci saranno momenti di difficoltà e fatica, ma con l’aiuto della famiglia e dei coach riuscirà a superarli. Le direi di andare avanti con determinazione, testa e tanto cuore. Di fare ogni giorno un piccolo passo in più per diventare la versione migliore di sé.

Ringraziamo Eloisa per la chiacchierata sullo sport femminile e le facciamo ancora i complimenti per i suoi bellissimi risultati.