Dal campo di calcio alla finanza: la storia di Alessio Caruso, ex giocatore Luiss
Alessio Caruso ha cominciato la sua avventura da studente-atleta quasi per scherzo. Eppure, dei due anni in cui ha indossato la maglia da calcio della Luiss conserva ricordi memorabili. Dopo la laurea, ha avviato una brillante carriera lavorativa e da centrocampista offensivo è divenuto un professionista della finanza.
Alessio, ci racconti la tua storia nella squadra della Luiss Calcio?
Inizialmente, mi ero informato sul processo di selezione, ma nell’indecisione avevo desistito. Il secondo anno sono tornato più convinto, ho fatto il provino e sono entrato a far parte della squadra. Il mister mi ha chiesto dove fossi stato l’anno precedente, ho risposto che era colpa di Leo Cisotta. Giocavo come centrocampista, poi nel tempo mi sono spostato verso le punte.
Qual è il ricordo più bello degli anni da studente-atleta?
Sicuramente, la vittoria del campionato universitario. Durante il mio primo anno abbiamo perso in finale, mentre nel secondo siamo riusciti a vincere. Eravamo un gruppo super affiatato, che stava insieme per il gusto di stare insieme. Il torneo universitario di allora non è paragonabile al campionato disputato oggi, ma anche a quei tempi i giocatori erano di altissimo livello.
Nel tuo CV hai indicato di essere un ex giocatore di calcio: in qualche colloquio ti hanno chiesto informazioni al riguardo?
Purtroppo, devo dire che nei colloqui non mi è stato mai chiesto. Forse solo all’inizio qualche battuta, ma poi nel tempo prevale l’esperienza lavorativa e le attività extra curriculari non saltano all’occhio. Per lo meno nel mondo della finanza. Strano, perché comunque ho notato una grande correlazione tra le persone che fanno il mio lavoro e la passione per lo sport.
Hai incontrato tuoi ex compagni di squadra durante la tua carriera professionale?
Direi di no: solamente una volta, nel corso di una due diligence, ho notato il nome di un ex compagno in una lunga mailing list.
Un amante del pallone che approccio ha nei confronti dello studio?
In realtà, lo studio non è antitetico allo sport, anzi. Credo che, soprattutto durante la vita universitaria, aiuti ad avere equilibrio e dedizione. Da una parte, ti detta i tempi anche per le altre attività, dall’altra ti aiuta tantissimo a fare networking e a vedere l’Università come un luogo a tutto tondo.
Un consiglio per gli attuali studenti-atleti?
Divertirsi: può sembrare retorica, ma è la verità. Anche se ovviamente i giocatori di oggi hanno l’opportunità di disputare un campionato molto più avvincente, che comporta più impegno e stress. L’importante, però, è non perdere di vista che si tratta di una grandissima opportunità di fare sport a livello agonistico, mentre si gettano le basi per la futura carriera lavorativa.