Intervista a Fabrizio Santolamazza
Fabrizio Santolamazza, coordinatore tecnico del Luiss Sport Lab e Preparatore Fisico del Team Luiss Basketball di serie B nazionale, si racconta in questa intervista, condividendo la sua visione su allenamento, innovazione e approccio scientifico per la crescita degli atleti.
1. In base al tuo percorso professionale, che ti ha visto come preparare fisico in America e in Germania e attualmente anche come assistente preparatore della nazionale italiana maschile di Basket, quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a sposare il progetto sportivo Luiss?
Ogni esperienza ti arricchisce, e per me ognuna di queste è stata preziosa. In particolare, l’esperienza con la Nazionale che prosegue da oramai più di 4 anni, a cui tengo tantissimo.
Ripensando al mio percorso, mi sembra di unire i puntini, come in quei giochi della Settimana Enigmistica. Ho iniziato in un contesto universitario in America, in NCAA con studenti-atleti impegnati in un campionato di altissimo livello. Poi sono passato al professionismo in serie A in Italia e in Germania, e ora mi ritrovo di nuovo in un ambiente universitario unico in Europa, dove una squadra di basket compete nel terzo campionato nazionale. Tutto questo ha un suo filo logico. Un’altra grande motivazione è stata la possibilità di sviluppare un percorso parallelo a quello del preparatore fisico, grazie alla Luiss Business School, che è anche il main sponsor della nostra squadra. Ho avuto l’opportunità di partecipare al corso Executive in Management Sportivo, che mi ha permesso di ampliare le mie competenze.
Frequentare quel corso mi ha fatto comprendere ancora meglio cosa significhi essere uno studente-atleta. Nel mio caso, essere stato studente e allenatore insieme è stata un’esperienza illuminante. Ricordo un evento in particolare: dopo tre giorni di lezioni intense dalle 9 alle 18, ho dovuto raggiungere la squadra in trasferta. Sono arrivato in hotel stremato, e non dovevo nemmeno giocare! Questo mi ha fatto immedesimare ancora di più nei nostri ragazzi, che ogni giorno affrontano lezioni, esami e poi devono dare il massimo in campo.
2. Come si concilia l’alta performance sportiva con gli impegni accademici degli studenti-atleti Luiss e in che modo hai adattato i programmi di allenamento per ottimizzare le performance degli atleti universitari?
La cosa che tengo sempre a mente è che non ho davanti solo un giocatore o un atleta, ma una persona, con il suo vissuto e le sue sfide quotidiane. In un contesto universitario come il nostro, questo è ancora più vero. I nostri ragazzi affrontano stress accademici importanti, perciò adattiamo gli allenamenti e le sessioni in sala pesi in base ai loro impegni. Se un nostro atleta ha sostenuto un esame impegnativo, come diritto amministrativo, so che probabilmente avrà la testa altrove quel giorno, e devo tenerne conto. Questo è fondamentale.
3. Dal tuo punto di vista, come è cresciuto il progetto sportivo Luiss negli ultimi anni e quali sono gli obiettivi futuri su cui il Luiss Sport Lab sta lavorando per migliorare ulteriormente la preparazione atletica degli studenti-atleti?
Luiss Sport è in continua crescita grazie al nostro Presidente Abete e al Direttore Sportivo Paolo Del Bene. Ci sono sempre nuovi progetti, come quello del Luiss Sport Lab, diretto dal professor Stefano D’Ottavio e con un team scientifico di alto livello. L’obiettivo è standardizzare i processi di analisi e performance per tutti i nostri studenti-atleti. È una sfida ambiziosa anche perché vogliamo estendere questo modello a tutta la community Luiss e ai partner che credono in noi e supportano la ricerca.
4. Qual è il ricordo più bello che associ al tuo periodo all’interno del progetto sportivo Luiss?
Se penso a un momento speciale, mi viene subito in mente la vittoria a Trieste dell’anno scorso. Trieste che poi vincerà il campionato. Uscire dal campo tra gli applausi del pubblico di casa è stato incredibile. Ancora oggi è la partita più emozionante che abbia mai vissuto in panchina.