Calcio: il bilancio di fine stagione di Mister Petruzzi

  • 30 maggio 2016

petruzziSi è concluso al 4° posto il campionato dell’ASD LUISS che ha ottenuto il miglior risultato di sempre in I categoria conquistando 58 punti. Un risultato soddisfacente per la formazione biancoblu, che ha avuto in Mister Fabio Petruzzi il suo nuovo leader che ha affrontato nel migliore dei modi la sua prima stagione con la squadra universitaria che ha vissuto un importante ricambio generazionale.

Proprio all’ex-difensore di Roma e Bologna due tra i suoi 30 giocatori, Morabito e Ficchì, hanno voluto porgli qualche domanda per tracciare un bilancio complessivo di questa stagione

 Mister, dopo tante partite da giocatore che effetto fa essere l’allenatore della LUISS?

“È un’esperienza diversa, molto importante, fare il giocatore è una cosa mentre allenare è completamente diverso, comunque è stata sicuramente piacevole e ho affrontato quest’incarico con grandissimo entusiasmo”

Ci aiuta a tracciare un bilancio della stagione appena conclusa?

“Credo che il bilancio sia più che positivo, al di là del risultato finale dove purtroppo non siamo riusciti a raggiungere la promozione arrivando nei primi due posti, credo che abbiamo pagato purtroppo l’inizio del campionato dove ancora non eravamo una squadra, e in cui abbiamo perso 4 partite su 6 e quei 12 punti purtroppo ce li siamo portati per tutta la stagione, perché con migliori risultati in quelle sei partite saremmo potuti arrivare secondi o comunque insediare anche la capolista Poli. Bilancio, dunque, più che positivo anche perché ho visto crescere la squadra e ogni giocatore, dal primo all’ultimo, sotto tutti i punti di vista, e per questo sono molto soddisfatto.

Ha cominciato con la difesa a 4 per poi passare alla difesa a 3, cosa non usuale in queste categorie: chi è stato il Petruzzi della LUISS?

“Il difensore centrale è stato Parravicini, ruolo che io ho ricoperto per tantissimi anni, e lui è stato un giocatore che ha fatto molto bene. Siamo passati alla difesa a 3 perché dopo l’inizio difficile abbiamo cambiato sistema di gioco e abbiamo dato un po’ di tranquillità anche al reparto arretrato mettendo appunto un difensore in più e aggiungendo un centrocampista in mezzo al campo.

58 punti, 51 goal fatti e 22 subiti. Dove avrebbe potuto fare meglio?

“Dovevamo fare meglio sicuramente nel girone d’andata, in abbiamo segnato pochissimi goal, mentre in quello di ritorno abbiamo fatto 11 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte realizzando tantissimo. Nella prima fase, ripeto, ci è mancato un po’ più di cattiveria sotto porta perché poi abbiamo avuto tantissime occasioni e lì davanti abbiamo stentato molto. Dietro invece sono molto soddisfatto perché insomma la difesa è stata quasi perfetta, infatti solo nelle prime giornate abbiamo subito diversi goal, dopodiché la squadra ha trovato un suo equilibrio e giocando anche un bel calcio. A detta di tanti dirigenti e allenatori del girone eravamo la squadra più bella da vedere, e questa è un aspetto non di poco conto. La soddisfazione più bella l’abbiamo ricevuta su un campo difficilissimo come quello del Torbellamonaca, in occasione della penultima partita di campionato, dove tutti quanti ci hanno fatto i complimenti perché siamo stata l’unica squadra che è andata sul quel campo, giocando un bel calcio, che avrebbe sicuramente meritato la vittoria.”

Passare da Guardiola a Di Brizzi, da Aldair a Parravicini, da Baggio a Cuppone o dai gemelli Filippini a Mottola e Agostino… Che effetto fa?

“(ride) Beh, ho avuto la fortuna di giocare con grandi campioni sia in campo che nella vita. Quest’oggi  alleno degli atleti straordinari, con i quali ho instaurato un bellissimo rapporto, dentro e fuori dal campo, e con i quali c’è stata stima reciproca durante l’anno. Al di là di questo, credo che nella nostra squadra ci siano moltissimi giocatori bravi, che probabilmente meriterebbero anche categorie superiori.”

Adesso scherziamo un po’… le va di paragonare alcuni dei suoi giocatori attuali a quelli che sono stati i suoi compagni di squadra tra Brescia e Roma?

“Un grande impegno (ride), datemi tempo per pensare però eh! Vediamo se sono capace… Tra tanti giocatori è da vedere bene. Allora:

Di Rienzo, giocatore molto bravo tecnicamente, lo paragono assolutamente a Jonathan Bachini.

Gazzo è un ragazzo che poteva darci e che poteva fare molto di più, ma purtroppo ha avuto diversi problemi fisici quindi l’ho visto poco: Markus Schopp.

Vilmercati è un difensore che può fare anche l’esterno di centrocampo che salta l’uomo, mi ricorda Aimo Stefano Diana.

Guizzardi è un terzino che assomiglia a Filippo Dal Moro.

Ficchì è un giocatore che può giocare sia come centrocampista centrale che come esterno quindi dico che può essere un Franco Florio. Poi, sono tutti e due calabresi.

Su Arena posso dire che secondo me è una “finta primapunta”, ha trovato il suo ruolo vero, che va negli spazi, che fa benissimo la sponda e che non ha paura a saltare di testa. Non è un centravanti vero, ma è un giocatore che lo fa veramente bene: Massimiliano Cappioli.

Morabito, il portiere, somiglia molto a Matteo Sereni.

Il capitano Costagliola lo vedrei come un Amedeo Mangone, il suo amico di reparto Rosa come Francesco Colonnese e Nicolardi, centrocampista con grande grinta, come Pierpaolo Bisoli.

Il più piccolo della squadra, Gianandrea, centrocampista che è cresciuto molto, può essere simile a Matteo Brighi. Ora toccherà trovare un paragone anche per i Barone, Pietracupa, Buonanno, Migliorino, Maraga, Parrotto, Fioravanti con gli ultimi arrivati Signati e Fatone. Mi preparo per la prossima intervista! 

Qual è il messaggio che vuole lasciare a questi giocatori che studiano e non abbandonano la loro passione verso il calcio?

“Studiare è molto importante nella vita. Ma se mi posso permettere, da ex giocatore dico che, secondo me, se hai la passione per il calcio, non è necessario lasciarlo per continuare gli studi ad alto livello, perché le due cose si possono fare tranquillamente in contemporanea, e in questa squadra ho visto tantissimi bravi ragazzi che sono anche ottimi giocatori. Quindi il mio consiglio è di lavorare duramente sia in campo che sui libri e poi sul lavoro, perché le due realtà possono coesistere tranquillamente se lo si vuole davvero.”

Ultima domanda: speranze e prospettive per il prossimo anno?

“Vediamo, stiamo in attesa, vedremo quello che uscirà fuori. Ripeto, secondo me abbiamo fatto un lavoro ottimo anche se non abbiamo vinto e questa può essere considerata, tra virgolette una sconfitta. Magari, però, non abbiamo vinto il campionato, ma credo che abbiamo vinto sotto tutti gli altro punti di vista: ho visto la mia squadra e i miei ragazzi crescere giorno per giorno, sia calcisticamente parlando e sia a livello di comportamento dentro il campo. Dopo un inizio con tanti problemi, verso la fine del campionato scendevano in campo giocando un ottimo calcio e divertendoci. D’altronde se si vuole giocare bene e se si vuole vincere, lo si può fare solo insieme, perché le individualità possono conquistare una partita ma non un’intera stagione, e credo che i miei giocatori quest’anno abbiano dimostrato di essere un grande gruppo, pronto per affrontare una categoria come questa.”

Grazie a Mister Petruzzi, a Pietro Morabito e Matteo Ficchì per la collaborazione.

Danila Di Biase

ASD LUISS